Dicono che la perfezione non esista e finisci quasi per crederci, fin quando non la riconosci.
Mi addentro nei boschi con il fiato di chi, abitudinario, il rischio lo concepisce solo in funzione dei telefilm d'azione. I medesimi nei quali impressionabilmente le controfigure rendono immortali gli attori in realtà oziosi. Passo dopo passo, le scarpe sfornate bianco acceso dalle multinazionali in Thailandia si tramutano in stivali marrone spento, in una trasfigurazione degna di un Houdini: la polvere si alza addensandosi intorno ai bordi di gomma, ripetendo come un mantra il suono dei solitari passi dal ritmo perpetuo.
Penso all'odio che provo verso le persone che utilizzano la parola 'esplosione' riferendosi a un qualcosa di tranquillo, senza averne mai incarnato la parola, senza essere mai esplosi. Anche senza mai aver fabbricato, in casa, una bomba artigianale, fermo restando che questa è un'altra storia. Parole vuote dal senso intrinsecamente e spiritualmente aulico in mano a soldatini di ceramica fresca posti al sole: flaccidi che tentano di indurirsi. Ma un esplosione non è altro che energia, Jouls che si librano nell'atmosfera causando la polverizzazione istantanea di ogni grigiore, portando all'assurdo in vita i colori. Non buio, non vuoto, non violenza, ma Arte.
Il sonno è un dono del quale l'uomo sottovaluta il pregio prolungandolo. Più penso a quanto voglio fare, e più penso a quanto poco devo dormire. Non è un peso tutto ciò, ho imparato a concepire la vita nell'azione, portando il pensiero al 'meno dormi, più allunghi la vita: quella vissuta'. Un toccasana.
Avvicino l'orologio da polso all'orecchio e seguo il ticchettio irrequieto. Il cinturino marrone gli dona un fascino vintage, che misto alle meccaniche argentate crea il contrasto perfetto. Classe insomma.
I pensieri vengono di nuovo riassorbiti nel ticchettio, che col passare dei secondi scanditi aumenta di intensità fino ad essere un rombante insieme di tuoni che comprimono la realtà.
In gabbia, decido di liberarmi del tempo e di ciò che relativamente lo circonda, prima di soffermarmi al pensiero che Chronos è intangibile e permea ogni atomo. Ogni singola cosa, dal distributore automatico alla centrale atomica, ogni computer, ogni rete telefonica, ogni semaforo. Tutto basato su temporizzazioni. Ogni routine sociale, ogni lavoro, ogni appuntamento.
Tempo. Standard. Protocollo.
Senza vie di fuga, in un annichilimento collettivo, la vera rivoluzione è distruggere il tempo.