giovedì 6 dicembre 2012

...play.

Riprendo una pagina vuota.
L'universo delle mie emozioni è in un'altra dimensione che non riesco a percepire e che nel frattempo è influenzato dal mondo illusorio che mi circonda. Scrivo e mi accorgo di non esistere davvero, se non nei miei stessi pensieri. Sono l'immaginazione di me stesso.
Vivrei di inizi, ecco. Di prime volte, di prime scelte. Mi ciberei dei "primi giorni di.." .
Sarebbe stupendo ma non esiste, e il futuro spesso mi turba. Mi congela le vene e me le frantuma come specchi di cristallo sul marmo. Il futuro! Beffardo e furbo, invisibile.
Ma il futuro è il mio pensiero ora, e passo una briciola preziosa di presente per investigarlo. I suoi mille scenari coi contorni fiabeschi e, a tratti, pungenti. Devo aver saltato il paragrafo -inutilità- quando ho accettato di nascere. Che sciocco, avrò pensato che si riferisse ad una parte trascurabile, da non leggere. Stronzate. Si riferiva alle serate accartocciabili lanciate nel cestino con maestria, da un bullo alato. Ai pomeriggi strani di nullafacenza e apatia stagnante, quella che non è che ti culla, ti strangola.
Ma affannoso e piacevole, il delirio allora! È frenesia e gioioso spasmo reale della vita, il vero pizzico di follia che stringe allo stomaco implorandoti di agire, saltare, gridare. Quando se non ora? Aspetto domani? Oh, no, immenso sarà pure il tempo indefinito, ma di una cosa sono certo: posso manipolare solo questo attimo del quale, se lo ripenso, mi accorgo che è già passato. E allora eccomi steso con le meningi pulsanti a chiedermi ciò che non scriverò qua. Solo, come spesso mi ritroverò ancora ad essere, a cercare di rendere bella quest'esistenza per permettermi guardando dietro quando sarà finita, di poter affermare di avere vissuto per un perché.

venerdì 12 ottobre 2012

Where's my mind?

Niente parole stanotte, solo rabbia e botte e musica.
Pisciate sulle mani delle maestre che dicono che le ripetizioni non vanno bene. Intendo le ripetizioni di frasi all'interno di un testo, non le ripetizioni private. Pisciateci sopra e poi sgocciolate fino all'ultimo sul loro naso, non abbiate pietà, vendicatevi su questa società.
State affondando, sbattete contro le macchine a duecento allora con un ritornello nella testa che non vi lascia stare: siete ingabbiati.
Pisciateci sopra, fino all'ultima goccia. Prendete le armi contro voi stessi. No, davvero, fate la rivoluzione dentro, ordinate un cassetto del comodino prima di cambiare il mondo. Vaffanculo va...

venerdì 5 ottobre 2012

Voglio la notte oscura, voglio distruggere il chiaro di luna!

Mi sento particolarmente artista oggi.
Ci sono giornate che fanno accumulare un misto tra odio e solitudine e mi chiedo perché, cosa manca, cosa sono.
Ancora non ho trovato quella cosa che mi rende completo, e so che non sono giochi, cellulari, vestiti firmati, oggetti vari. Probabilmente non sono neanche le persone, insieme ai loro grandi gruppi di uscita serale che null'altro è se non ipocrisia maniacale, in generale.
Non è neanche la fidanzata, perché identificarla come tappa-buchi significa creare una dipendenza affettiva, che non è amore.
Tornare a casa con uno strano pensiero neutro tendente al negativo è roba da gente che fa le previsioni meteo. Eppure ci capita, chesiamoadolescenti-forse?
Autocontrollo. La tristezza se ne andrà, il freddo si sposterà, la solitudine si trasformerà.
Ora si che va meglio!
Ciò che sono lo metto in dubbio quasi ogni giorno, quando posso. Mi riserbo di poter gioiosamente cambiare, sclerale, shockare. Rigirarmi come un calzino e cambiare mille maschere se non di più. Saltare le scale a piedi allacciati tra di loro e strimpellare per strada, esser serio come una tomba e matematicamente sguazzare nella luce.
Per coloro che se lo stanno chiedendo: si, conosco altri tempi verbali oltre all'infinito.
"Allora prenditi così come sei, accontentati, è l'unico modo"
Non voglio accontentarmi, sono un artista, trasformerò le mie visioni da pensiero volatile a materia solida.
Scrivo pezzi di carta bruciacchiati per macchiarli di sorrisi, cosa importa?

martedì 2 ottobre 2012

Inadeguatezza.

Passeggiando a volte mi capita di ripensare a momenti passati, che non torneranno più, se non nella mia mente. È un bene, non sognerei mai di salire e scendere lo stesso scalino e bloccare tutti gli altri che aspettano di salire. "Me tocca scalà la montagna a piedi nudi", l'ho scelto io.
Non scriverò tutte le cose che mi tornano in mente, sono in testa proprio perché le voglio tenere solo con me. Sono mie, anche se siamo tutti un'energia condensata che prende forma soggettivamente a seconda delle vibrazioni che provochiamo. Siamo tutti la stessa cosa, siamo goccioline che formano il mare.
Le nuvole oggi davano sul rosso.
Mo' mi dovete dire cazzo c'avete da guardare la tv come dei tonti, quando fuori avete il migliore show a cui mai avrete assistito. I maghi di solito lo capiscono presto, ma siamo nati con st'affari che ci centrifugano i neuroni e se non ti adegui sei un disadattato. Se non vedi amici sei un disadattato. Se non conosci il nuovo sguinzo del GrandeFratello sei un disadattato. Se non hai visto la farfallina di Belen sei un disadattato.
Devi sempre fare una scelta, devi schierarti. Non vorrai mica finire nel girone degli ignavi, no?
Scegli la cosa giusta. In un modo o nell'altro siamo sempre dei disadattati per la società, qualunque sia la decisione.
Eppure ora i giorni si fanno sempre più corti, ma io non curante resto con gli occhiali da sole e uno yogurt-gelato in mano. È stile, ma questo non è il muro dell'esaltazione, dove canto e mi metto le medaglie da solo. Stavo dicendo.. I pensieri.
Mi fanno proprio compagnia, nel silenzio. Devo ancora capire come caspita funziona il cervello. Io muovo, mangio, vedo.. E penso. Come funziona! Ditemi come funziona! Qual'e il tasto mentale che vado a premere, e chi è che lo preme quando non voglio pensare e c'è un enorme baccano in testa, di quelli che pure i concerti metal si sognano!
Come funzioni dunque caro cervello?
Siamo mica tutti impossessati? Sarebbe una bella spiegazione eh: un esserino color vuoto salta nella mia anima e mi riempie di casino, poi salta in quella degli altri e continua a divertirsi. Ecco perché i guerrieri erano considerati nobili d'animo, perché dovevano combattere contro questo potere esterno per liberarsi e avere la mente libera per combattere.
Impressionante. Ma non credo di essere un guerriero, sono tutt'al più un chiuaua. Non riesco a togliere il frastuono quando sale, ma a volte sento il battito del cuore salire nelle orecchie facendo una base stupenda. La base dove buttiamo le rime dei nostri momenti. Più veloce va, e più ne capiamo di meno di come funziona questo film, dove la vince chi scopre la verità: niente è reale...

domenica 30 settembre 2012

Punchball.

Ennesima serata che trascorro in camera. La luce giallastra generata da due lampadine diverse, una rossa e una bianca, dà un'aria strana al mio nido. Ho letto una frase bellissima di Anna Maria Ortese poco tempo fa:
Scrivere è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. Chi non scrive o non legge mai, o solo su comando – per ragioni pratiche – è sempre fuori casa, anche se ne ha molte. È un povero, e rende la vita più povera.

Tralasciando il fatto che io ignori l'esistenza di questa persona, l'esatto senso di questa frase mi ha fatto esplodere una bomba dentro il corpo. E mi sono ricordato che non pubblico niente da un bel po'.
Perchè tutte le cose belle devono finire? La vita inizia e finisce. Il giorno inizia e finisce. Tutte cose temporali..



Saper dare la giusta attenzione ai particolari, alla punteggiatura, al punto, no, non ha importanza. C'è chi odia le fotografie perchè sono ferme, congelate. Nascoste, come teneri amanti che si stringono.

Ma la televisione vi tiene impegnati sui goal dell'inter, o vi fa al massimo riflettere sull'uscita o no dall'unione europea. E vi sentite soddisfatti, giusto.

Sto pensando al prossimo passo, al prossimo spostamento di elettroni che fa diventare il mio viaggio una bellezza raggiante! Noi umani stessi siamo la nostra piaga e la nostra gloria, siamo il bene sfrenato e l'ossessione pura. Siamo così opposti, dentro...
Ma presto arriverà il giorno e mi toccherà issare i sorrisi sulle vele, prendere il timone e ordinare di remare lontano, oggi. Sarà bellissimo, lì, una virgola con la panna sopra. Giuro, non ho voglia di sognare, ma questo cammino è già preso, se guardo indietro forse ci ripenso. Se guardo in basso forse mi spavento. Ma se è questione di direzioni, mi porto la bussola e non c'è vento che tiene, poi.
Mi sto sottoacculturando con canzoni romantiche dello scorso decennio, insieme a qualche commerciale di quest'anno. Della serie: mi sono tolto gli schemi mentali del metallaro bruto e puro, una piccola rivoluzione.
Anzi, chiamiamola evoluzione. Questo ci vorrebbe nel mondo, rivoluzione che corrisponde ad un'evoluzione, altrimenti abbiamo solo una rivoluzione francese, un'esportazione di finta democrazia, un fuoco di paglia come il movimento hippie o il '68.
E' solo colpa del calcio e dei TG che ci rintontiscono o c'è dell'altro? Non è che tutti questi anni di condizionamento all'indifferenza si sono insediati proprio nel DNA? Immaginate di essere destinati a procreare figli mollaccioni e codardi, questurini e legionari da tastiera?
NO. Mi oppongo, e voglio opporre a questo degrado lo sventolare di grida insensate al passaggio di motorini, sputi catarrosi ai piedi degli anziani e sguardi fissi verso il sole. Proprio quello che da piccolo ti dicevano di non guardare. Perchè fa male agli occhi.
Senza un po' di dolore la vita non è bella, senza un po' di dolore non c'ha manco senso la tua felicità.
Buonanotte, e fatevi pestare.

martedì 18 settembre 2012

Costruirsi, conoscersi, superarsi.

Non riesco a dormire e stavo cercando articoli interessanti da leggere, pezzi di blog altrui, vecchi ricordi di frasi ricalcate nella mente. Si sono fatte le 2.20 eppure stanotte l'insonnia non vuole lasciarmi. Poco male!
Dopo aver fatto un giro tra i miei blog preferiti, e non trovando più nulla di accattivante, preso dalla sete contrastata dalla pigrizia di alzarsi a prendere l'acqua, HO DECISO DI SCRIVERE! Ebbenesì, un salto da ozio a schizofrenia creativa, da paranoia passiva a frenesia attiva, dal praticello docile alla tempesta marziana.
No, non sono sotto LSD.
Non ho voglia di parlare di me e mi sto gustando questi momenti di solitudine in cui sto pensando e non pensando. Non è che mi sto chiudendo in me stesso e non voglio più comunicare i miei pensieri, è solo che ho bisogno dei miei spazi e dei miei momenti. E ora è un momento di silenzio perché devo ascoltare.
Ascoltare dentro.
Ho capito (ricordato) che spesso poniamo domande sbagliate, e le domandiamo all'esterno di noi. Mi illudo di poter ricevere la risposta giusta quindi, e l'insoddisfazione è automatica. Ma ho davvero limiti io, che sono la manifestazione del cosmo in scala? Io che posso entrare nei segreti della natura, scalare montagne, uccidere gli dei, rigettare ogni pensiero e rimettermi in gioco?
Allora non è importante chiedere fuori quanto chiedere dentro. Vediamo la bellezza fuori quando è in noi (cit) e giriamo il mondo per osservare tutto e ci dimentichiamo di guardarci dentro (cit).
Grazie a te per avermelo ricordato.
Questa notte sembra così lunga e pensando (ehi, un gerundio!), vorrei strappare al cervello un ultimo barlume di scherzo. Ma non voglio scrivere più, voglio ascoltarmi ancora...

lunedì 3 settembre 2012

Disappear.

Il mondo è tornato a sorridermi e io a sorridere al sole.
Di conseguenza mi gratto una puntura di zanzara e godo.
Quella stronza non so come sia potuta entrare in camera, se la finestra è ferma da così tanto tempo. Ma non ha importanza perchè morirà col mio sangue troppo dolce, o troppo acido. Troppo amaro no, perchè il caffè lo prendo sempre con due bustine di zucchero, e non chiamatemi viziato, tra tutti i peccati ho scelto la golosità.
Ci vorrebbe una bella Poretti marcia per addormentarmi strano e svegliarmi la notte piangendo. Che poi chiamare la birra "Poretti" è proprio una cosa da stronzi, lo sanno tutti che c'è la Moretti. Io non vado a chiamare un cellulare "aiPhone", se esiste già l' "iPhone".
Poi dicono che non devi odiarli tutti, questi liberi professionisti.


Così verso un fiore sulla neve e rotolo giu' per le scale.

Stupido chi si crede davvero libero durante il giorno, mentre partecipa all'automatismo distruttivo. Chi non si accorge che il barlume di libertà di cui si gingilla e si profuma non sono altro che illusioni. Crediamo di poter scegliere.
Crediamo di poter scegliere tra la CocaCola e la Pepsi. Tra la pasta e gli spaghetti. Tra Sky o Premium. Tra la Juve o il Milan. E perchè no, anche l'inter!
Ecco, non mi riesco a godere le giostre. Ho avuto una visione allucinante quest'estate, mentre la gente saliva su quelle macchine, piene di luci stroboscopiche e musichette monotone. Entusiasmo frenetico di sedersi, allacciarsi le cinture: il robot parte e ti stringe. Ti porta alla velocità dell'estasi e ti intimidisce di divertirti.
Paghiamo per essere ingabbiati e divertirci
Su, giù, indietro. Grida! Immergiti nel fumo sintetico e aspira il suo sapore dolce, accompagnato dal suo profumo intenso e a tratti assuefante.
A volte le scelte sono state già fatte, quel che ti lasciano è l'illusione di una scelta, una condizione guidata e forzata. Oppure ribalta tutto e, guardando dall'alto, scegli al di fuori di ciò che ti propinano dalla TV, dal supermercato, dalla strada. Io ho scelto questo.


Pensare

Significa spezzare le catene e dare aria alle proprie passioni. Desiderio incessante di ogni generazione, dare sfogo alla propria creatività e alle correnti di pulsioni che scorrono dai piedi fino ai bulbi dei capelli. Una descrizione proprio ma proprio del cazzo, che però rende al massimo il significato di questo verbo.
Io granello gioioso in questo lago di petrolio acido penso all'incessante grandezza dell'area attorno a me, che paragonata poi all'area tutta, è una lacrima nell'oceano. 
E non chiedetevi perchè è salato il mare, la risposta è che siamo tristi, e in un modo o nell'altro le nostre lacrime finiscono nell'oceano. A far diventare salati i pesci. Per poi farci mangiare cibi salati che fanno alzare la pressione. E quindi passare il tempo a mangiare pillole. Insomma, è un istinto suicida.
Ma ignorando questi deliri psicopedagogico psicopatici, potrei abbondare sull'arte del pensare e su come l'uomo (come anche i gattini, o pseudopiantine) si sia estraniato il più possibile con il suo cranio, fino ad abbandonare percorsi mentali preconfezionati dalla CIM S.p.A per abbracciare un surrealismo futurista che tanto ha allietato i viventi del secolo scorso. 


L'ispirazione gioca a nostro favore

Ed è la notte che palpita dentro i miei occhi, a spingere queste lettere fuori da un disegno colorato che circonda uno spazio indefinito, collocato tra quello che ho da dire e quello che posso esprimere. Questa è notte così umida che frullando la testa a destra e a sinistra, a battiti dispari, si appiccica il cervello alle pareti della testa. Divertente, le meningi pulsano e sembra quasi che vogliano gonfiarmi il volto come un palloncino. Cinque, CINQUE litri di sangue che girano vorticosamente ad una pressione esplosiva: mi sento vivo. Mi sento incredibilmente vivo, ed ho visto l'arcobaleno lunare pochi attimi fa. Un miscuglio di tinte disperate che danzano intorno alla goccia bianca quasi-piena. Un maestoso abbraccio dalla natura per quei pochi che ancora non hanno chiuso occhio, e che forse ora hanno trovato il senso di questa magnifica notte.

mercoledì 22 agosto 2012

Nessuno.

Mi sale il vuoto a ondate e non c'è modo per sfogarsi. Non c'è qualcuno a cui poterne parlare, non c'è una pagina su cui scrivere, non c'è una canzone da suonare. Il vuoto non si può descrivere perchè non c'è, e la presenza del vuoto non fa che svuotare ancora di più la pancia.
Una sigaretta, due. Il sapore della cartina permea la lingua lasciandola un po' secca, ma il tempo di tornare di nuovo nella bocca e subito ritorna pronta. Un accendino con la fiamma che riscalda la sua stessa punta, rovente come questa calda giornata che ispira morte.

I.
Tiro, butto fuori. Il fumo esce denso e bianco, sento quasi l'anima che se ne va con lui. La morte non dovrebbe essere gelida? Dovrebbe essere fredda, "fredda come la morte", nera, tetra. Eppure oggi la vedo calda e bianca, come il colore del sole. Ogni raggio che mi percorre penetra nella pelle, bruciandola e lasciandola arida come i campi incolti uccisi dall'uomo.
Sorrido al pensiero che questo sia un altro giorno, un altro piccolo passo verso la fine che non conosce il vento.

Direzione futuro, senza senso, senza meta, fuori o dentro?
Ognuno le sue scelte, la convinzione soggettiva.
Ci ingabbiamo, perchè?
Hai paura, con me: in due siamo più soli.
Io resto a guardare, ad agire pensaci tu.
Ora che lascio i dogmi per terra e rigiro le mie fantasie
Qui e ora.
Non guardarmi sono affogato nel vuoto, mi vedo senza più un perchè.
Incrociando la luce nella pioggia ecco stelle fittizie.
Si spengono nel silenzio come fuochi di paglia.
Cosa resta? Lacrime di sabbia, cenere di fantasia?
A dividerci il vento...

II.
Tolgo gli occhiali e metto le lenti a contatto. Una piccola variazione chissà quante scelte puo' modificare nel mondo, come quando si dice che il battito di una farfalla crea un uragano dall'altro lato del mondo. Che teoria stupenda, stupida, ma stupenda. Una parola cambia il colore del fuoco e un sogno la mia intera vita.
Ho capito che la maggior parte delle volte che provo a programmare qualcosa non va come penso che debba andare, eppure resta quell'alone di positività che mi ha sempre caratterizzato. Se non mi aspetto niente non resto deluso, ma sperare riscalda le braccia quando fa freddo e quel tanto basta a non farmi smettere. E sono ancora convinto che il pensiero trasforma la realtà, essendo nostra creazione. Amo quel calore che ti prende, ti solleva e ti porta a danzare con gli angeli.

domenica 19 agosto 2012

Soffice bianco.

Quando il foglio è bianco a volte va lasciato vuoto, e riempirsi le viscere prima di poterle svuotare.
Dare tempo e spazio a sè stessi, stendersi, respirare e niente. Non sognare, non pensare. Lì morire per degli istanti, isolati da tutto, da tutto quello che cerca di stimolarci nonostante il nostro voltargli le spalle, da tutto il superfluo.
Quanto lontani bisogna essere dagli occhi della gente, dai gomiti alti di chi non cerca, dalle gambe di chi non sa più correre? Coprire gli occhi con un velo trasparente lungo tutta la testa, che stringe le orecchie facendoci sentire nient'altro che tranquilla finzione.

Insensibilità, apatia.

Due parole che iniziano con una negazione. Non sensibilità, non emotivo.
Rifiuto, negativo, passivo, sputo, fumo, sguardo, pioggia, freddo, no. Calma. Una culla che ti priva.

E una mano con un pennello scende, ti colora il vuoto mentre dormi e ti da un quadro. Tra gli occhi e l'occhio della fantasia, una macchia di tanti colori, un caleidoscopio di luci, laser verdi intravisti in un fumo denso e dolce. Lì l'angelo pittore bussa e sussurra svegliati. Il foglio bianco va tutto riempito, il vuoto va colmato.

Sale l'affosso senza motivo, è questione di equilibrio, un po' si è su e un po' si è giu. Una battaglia tra i vari demoni dentro di me, le passioni, i desideri, che finisce a volte con un ciao.
Ciao, mi stendo. Ciao, non fate troppo rumore in testa. Ciao, torno appena avete finito.
E tra il potenziale e l'azione si alza un muro, il "potrei, vorrei", spesso piu' alto del muro di una prigione, piu' liscio di un castello di vetro, piu' fragile di una casa di paglia.

Stop. Cadi muro. Adesso. Lasciami libero velo. Non esisti e non sei mai esistito. Ti ho inventato io e ti sei stretto intorno solo perchè mi hai illuso con le carezze alla coscienza, col suono candido del "non importa, è fuori dal tuo corpo, non puoi controllarlo".
Ma dove si va adesso? Dove sei felicità? Quando mi avvolgi e poi mi lasci solo, quando mi accompagni e poi scappi...
Cosa sei davvero? Sei un vizio, o sei un'illusione. Un cammino, o sei perfezione.
Non lo so...
Ti aspetto ancora, ogni volta che cala il buio. Quando anche le cose che hanno forma smettono di averne. Vienimi incontro...

mercoledì 2 maggio 2012

Passeggiamo?

Un pensiero prima di tutto alle non so quante vittime di stato dal 1 gennaio a questa parte: quei lavoratori che esasperati e oppressi non trovano altra soluzione oltre al suicidio. Buon primo maggio a voi, che avreste voluto essere al mare o al concerto oggi. Ci sarà sicuramente un post dove approfondirò l'argomento, ma non è comunque questo.
Mangio a sfogo.
Non so se avete presente quelle idee stupide che ti impianti in testa senza pensarci, con leggerezza, magari per scherzo, un pomeriggio che non si ha niente da fare. Una cosa tipo "troppo magro, so che prenderò più peso". E succede davvero. Come un seme gettato nel vento che prima o poi germoglia. Alimenta il buonumore, a chi non piacciono sapori che esplodono sulla lingua!
Anyway ecco maggio, i fiori, i colori, le ragazze, il caldo. E già che stiamo capita anche il mio compleanno, eh si, sono nato pure io a quanto pare. Un altro giro intorno al sole... 16 in totale! Cioè, vi dico, sedici giri. Mentre noi corriamo per il primo posto ad ogni costo, per il lavoro e la scuola, per mille preoccupazioni inutili... Ecco che il sole ci dice "Ehy amico, calmo! È solo il sedicesimo giro!".
Mi trasmette una calma assurda pensare a questo lento movimento che riassume la nostra INTERA vita.
No dico, fermatevi e pensateci, altrimenti non rende l'idea. Guardatevi dall'alto mentre smazzate freneticamente e poi inquadrate l'universo e immaginatevi minuscoli nella terra che gira intorno. Stupendo.
Sedici giri, milioni di ricordi. Milioni di facce, di storie, di libri, di idee, di azioni, di pensieri. Di ragazze, di fratelli.
Un grazie infinite sussurrato su questo spazio anonimo a tutti coloro che hanno reso più speciale la mia passeggiata intorno all'immensità. :)

sabato 21 aprile 2012

Anche tu suoni?

La leggerezza con cui si butta una cicca di sigaretta per terra è la stessa leggerezza con la quale si spreca la propria vita.
Ma tutto ciò non ha niente a che vedere con questo post, che non dedicherò ai pipistrelli ancora svegli.
« Ogni uomo vive condizionato dalle proprie conoscenze e dai propri giudizi a cui da il nome fallace di realtà. Ma le conoscenze e i giudizi sono cose ambigue. È possibile che la tua realtà sia un miraggio. Senza dubitarne, tutti vivono nelle proprie false convinzioni, non credi?  »

(Itachi a Sasuke)

(Improvvisaz. registrata il 20 novembre 2011)

martedì 17 aprile 2012

Schizzo.

Direzione futuro, senza senso, senza meta, fuori o dentro?
Ognuno le sue scelte, convinzione soggettiva.
Ci ingabbiamo, perchè?
Hai paura, con me: in due siamo più soli.
Io resto a guardare, ecco. ad agire pensaci tu.
Ora che lascio i dogmi per terra e rigiro le mie fantasie.
Qui ed Ora.
Non guardarmi, sono affogato nel vuoto, mi vedo senza più un perchè.
Incrocio la luce nella pioggia, ecco stelle fittizie.
Si spengono nel silenzio come fuochi di paglia.
Cosa resta: lacrime di sabbia, cenere di fantasia?
A dividerci il vento..

mercoledì 11 aprile 2012

Area incognita.

Qua collasso e non ti guardo manco 'nfaccia. Roba che il sole prima ti illumina e ti riscalda, poi ti soffoca. Mortacci mia è allucinante.

Stasera a fare compagnia ai pensieri c'è Brusco e altre jamaicanate made in italy. Un po' di calma finalmente, il giorno a volte è proprio tossico. Un po' come i parenti che se ne approfittano, un po' come il polistirolo nella benza, un po' come matematica, italiano, fisica e chimica nella stessa giornata. Ci vuole n'attacco di sclero qua!

È passato un anno tra cazzate e momenti di puro affossamento apatico. Si, quello stato d'animo in cui anche se ti schiaffeggiano tua madre ti viene al massimo da girarti dall'altro lato per continuare a stare tranquilli nel proprio guscio. Qual'è il vostro? Sapete uscirne?

Bhà, anyway, avevo solo voglia di lasciare un'altra impronta. Torno nel mio triste angolo.

martedì 27 marzo 2012

Stavolta l'arcobaleno non l'ho visto. Ma quanto è grande se chiudo gli occhi!

La luce che trapassa le gocce di pioggia di notte crea stelle fittizie. È stupendo e mi fa pensare come ci sia del bello sottovalutato in tante situazioni solitamente tristi.
Inutile negarlo, non sapreste spiegare la differenza fra sogno e realtà, soprattutto perchè si abusa di queste parole senza neanche cercare di darle un significato personale. Realtà... Quello che percepisco con i sensi, ripetono tutti. Eppure io so che non è così, perchè c'è un motivo se sento la radio senza percepire alcun canale per il segnale. Non tocco le onde, non le vedo, non le ascolto nè le odoro! FIGURATI SE LE ASSAGGIO. E considera che quello che percepiamo con i sensi è un minutissimo frammento di quello che potenzialmente c'è. Si tratta di frequenze. Gli occhi percepiscono solo un range limitato di frequenze, le orecchie anche. Non parliamo delle limitazioni del tatto, poi.
Allora come spiegare ad un sordo-muto-cieco-senzatatto (ammesso che esista questo vegetale che non produce ossigeno) che per esempio di fronte a lui c'è una sedia? In questo caso è reale per lui l'esistenza di una sedia, nonostante non la percepisca? Ecco. Allora potremmo dividere la realtà in due parti, quella soggettiva e quella universale. Ammesso che ci sia una realtà universale, viene costantemente filtrata dai nostri sensi e rielaborata dal cervello per darci l'illusione, la parvenza, di essere in questo posto, con questi colori e questi suoni. È energia. Ci sarebbero pagine e pagine da scrivere su questo, ma non è orario, nonostante il caffè.
Dopotutto chi segue sto postaccio probabilmente mi conosce e ha intuito fin dall'inizio ciò di cui sto scrivendo.
Ora sulla base della tua personale definizione di realtà, come la distingui da un sogno? Il sogno è altrettanto reale. E non sono l'unico a dirlo, pensate alla famosa frase "Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita" (Shakespeare).
Ebbene è un sogno, la vita. È immaginazione esistente, è realtà, è creatività intesa non tanto come cosa astratta, quanto invece come forza che crea. Cazzosì.
Tempo di andare a dormire, ma niente frase a effetto: non è finita qui.

mercoledì 21 marzo 2012

Bentornata primavera.

"E che bello pescare sospesi sopra una nuvola rosa"
Mi piace ritrovare persone che sono state importanti per me. Un abbraccio mentale anche se ora sei lontana.
Sto ascoltando Renato Zero e Marco Masini, in barba alle boyband da disneychannel-twitter. E non serve che muoiano per dire che sono interessanti, emozionanti, luccicanti, bravi, e piccipì.
Un'altra notte a immaginare le stelle sul soffitto, che ci faccio qui? Questa notte forse non è mia. Nah, ormai è abitudine buttare giù qualche riga a sera qui.
"Non hai niente di meglio da fare che scagazzare demenzialità?, NO. Mi va bene per ora e quindi continua a scoppiarti i neuroni una parola letta alla volta.
Il buongiorno si vede dal pullman, quello della mattina s'intende. E dal sole. E dai colori, perchè è tornata la primavera, e l'ho capito dalla Terra, dai sorrisi. Vedrò di non ignorare le opportunità che mi offre l'egregio sig. Destino.

martedì 20 marzo 2012

Relax.

Ci sono i conoscenti. Gli amici. I nemici. I compagni di una vita. Le comparse. E poi gli angeli. Quelli sconosciuti che incontri per strada e ti sorridono, o quelli che ti sono sempre stati accanto, o quelli con cui hai la sintonia speciale, con cui ti basta soffermarti sugli occhi per sentirti unito a qualcosa di più grande del quale sono il tramite.
Non tutti viaggiamo alla stessa frequenza si dice. Per questo tendo ad aprirmi con poche persone, o a dire le cose a ridere. Tanto chi ha orecchie per intendere intende, ognuno ha una propria evoluzione. Altro che siamo tutti uguali. A parole. Poi pregate Zeus affinchè non diventiate mai come il vostro vicino.
Daaah, non mi vanno polemiche stasera.
Ho voglia di andare al mare, passarci al meno una notte, vedere l'alba. Mischiare i colori e sognare ad occhi aperti.
Ma non abbastanza voglia da partire da solo, a chi non piace un po' di compagnia? Aspetto che si alzi la temperatura, che la gente ha paura ad andarci fuori dall'estate. E quando arriva il momento ci sono così tante persone al mare che in confronto le palestre sono dei posti abbandonati.
Com'i ffa? Let's have fun!


domenica 18 marzo 2012

Fluttuando nelle luci.

Sono secoli che le persone guardano le stelle pensando al proprio futuro, per presagirlo, per interrogarlo. Proprio le stelle, che non sono altro che la luce del passato, immagine scomparsa nel tempo. Perchè la luce per arrivare ai nostri occhi viaggia a 300mila km al secondo, e impiega anni, secoli, dal lassù. Immagine perfetta del passato.
Syd Barrett illumina questa serata.
A occhi chiusi il nero non esiste, si allunga ai colori, si mischia al suono.
È qualcosa che ti fa stare bene la musica. Mi sarebbe piaciuto che per una sola notte si spegnessero tutte le luci per permettere a tutti di avere una notte stupenda. Immagina nel passato, senza tutte le luci, i navigatori che lasciavano i timoni per alzare il volto e perdersi nella maestà del cielo. Oh quando si è visto almeno una volta, lontani dal grigiore delle città, il cielo come una tovaglia con sopra la sabbia, si può solo sperare di assistere di nuovo a questa potenza della natura.
Fluttua anche tu stasera, la luna non è il traguardo, è solo la scusa.

"What'd you ever say today when you're in the milky way?"

venerdì 16 marzo 2012

Perchè improvvisare è un arte.

Che poi è anche notte e non mi va di pensarci. E la tv ha il volume troppo alto ma sono troppo pigro per alzarmi a chiedere di abbassare.
Quindi ritroviamo ancora, io e te, coscienza.
Il momento delle riflessioni pesanti è quel lasso di tempo che va da quando vuoi dormire a quando riesci. Magari dieci minuti, trenta, un'ora, due. Magari tutta la notte e ti alzi rincoglionito dal letto consapevole che sarà una giornata di merda probabilmente.
Another fucking day, lessi un giorno su un biscottino. Tanto non era mio e non me ne frega niente.
Sabato, ah! Dopo il tramonto c'è sempre l'alba. Sempre. Perche niente impedisce al sole di continuare a sorgere (e fregancazzo che è la terra a girarci intorno). Una bella giornata tranne per il compito di chimica per il quale ci sono lots of arretrati, ma è così che deve andare. Che tanto poi sarà una serata probabilmente lucida. Probabilmente.
Improvvisare è un arte, e prima lo capisci, prima ti diverti.
SIAMO QUELLO CHE FACCIAMO.

giovedì 15 marzo 2012

Ipocrisia surgelata.

A ondate succede, ormai mi sono abituato. Si inizia dalla scuola a indottrinare alla spesa per l'assoluzione. L'euro per lavarti la coscienza e sostenere la ricerca sul virus inventato dell'HIV. (si, inventato: non è mai stato isolato quindi non è esatta l'equazione hiv=AIDS)
L'euro per gli stranieri, per quelli della città terremotata del sud Kyrdidtan, un semplice euro. È questo l'esatto valore per mettere l'anima in pace. Ho fatto la buona azione ora posso tornare a mangiare animali uccisi, sprecare carta inutilmente, inquinare a zonzo, bruciare le formiche, ignorare chi soffre affianco a me. Perche è più facile illudersi di aver compiuto un azione buona piuttosto che fare qualcosa di veramente attivo. E poi tutto come prima.
Ondate di ipocrisia surgelata, da gustare quando serve. Un po' come la chiesa che chiede soldi ai credenti mentre ricopre il papa d'oro. Un po' come gli animalisti che ucciderebbero le persone, o i pacifisti che si menano nei cortei.
Coerenza?
Fottesega...

Convivenza forzata.

È lì. Nel pullman, nella scuola, nel centro. È lì che ti ricordi di far parte della popolazione. Gamba sinistra, gamba destra, respiro.
Accendo una sigaretta.
Penso a come spesso la mia vita sia piatta in confronto a chi si riempie d'impegni pur di non pensare, pur di sentirsi completo.
È convivenza forzata se non scegli l'asocialità.
Finalmente il clima è caldo, evidentemente non ero il solo ad attendere. Ma dove staranno andando? Me lo chiedo spesso in macchina nelle giornate normali quando in orari solitamente calmi le strade sono intasate. Stiamo in fila come formiche, e ognuno crede fermamente nell'importanza di ciò che ha da fare, non è così?
Ci guardiamo negli occhi e vediamo tutti lo stesso sguardo. Pensiamo di essere gli unici esseri pensanti in un gregge di pecore.
Accarezziamo costantemente l'ego, la vocina falsa che ci vuole far credere chi siamo, chi vogliamo essere, come potremo essere.
C'è un buon profumo nell'aria, ma bisogna non avere fretta per accorgerci di tutte le cose belle che in ogni momento snobbiamo.
Pigliatenapausa.

mercoledì 14 marzo 2012

Il primo.

Si, ma cosa scriverci? Vediamo, qualche anticipazione sul contenuto. No, forse meglio una specie di discorso. Si dai, magari con qualche citazione ad effetto...

NO.

Questo blog è un tentativo, è spinta creativa, è fumo arcobaleno negli occhi, è un pugno caramellato. Pugno caramellato? Ecco il parto di una mente allucinogena. Ciò che supera il filtro di una vita automatizzata dalla robosocietà. Se c'è spazio per te, c'è spazio per tutti, fin quando non si soffoca.

giovedì 8 marzo 2012

Tazza di caffè, ore 21.47.

Scrivania, un fazzoletto di carta a sinistra, una coppia di dadi ed il computer di fronte, un uniposca dorato ed un quaderno a destra. Sembra l'ambientazione perfetta per un poliziesco, la scena di calma in cui ci si gusta finalmente un momento di pace con sè stessi. Un caffè caldo, un libro: quello stesso libro che giace sul comodino da nonsoquanti mesi.
Ma questo, dopotutto, non è un poliziesco. È solo un'altra spiga di grano in una campagna.
Cambia scena, sale la musica: Simon and Garfunkel, dopo i Prophilax.
BANG!
Nessun colpo di scena, è solo il vicino che si diverte a buttare a terra le cose. Di notte. Ognuno si diverte a modo suo, dai!
Sento dispiacere per quei momenti in cui non penso più con attenzione a ciò che vedo, lasciandomi sfuggire tutto per un pugno di pacche sulla spalla.
Ma ora è un bel momento, mi sono ricordato che prima di cambiare il mondo fuori va prima cambiato il mondo dentro. E lo sto facendo.
Abbiamo avuto rivoluzioni politiche, sociali, religiose: quello di cui abbiamo sempre avuto necessita è invece una semplice evoluzione.
Amo la notte perchè è speciale. È una cosa difficile da spiegare a chi è abituato a gustarsi solo il giorno e a chi non ne ha mai passato una insonne a pensare, guardare il cielo mentre sfuma.
Tra un pensiero e l'altro, selene ci tiene compagnia da lassù. Incredibile, è la stessa che guardava Ulisse mentre navigava, la stessa che osservava Galileo col suo cannocchiale. Realizzo che sono in tre dimensioni e improvvisamente mi sento parte del cosmo. Sento muoversi tutto nonostante io sia fermo, e capisco che anche se credo di esserlo, in realtà un minuto fa ero a infiniti kilometri di distanza da questo punto in cui sono ora, sulla mappa dello spazio tempo.
È una delle tante cose che la natura ci regala e che noi, presi dalla frenesia di futili azioni, ignoriamo. Quanti spettacoli mi perdo ogni giorno non lo so, ma questo insieme ad altri motivi, è uno per il quale mollerei tutto il sistema innaturale per vivere in reale armonia con l'essenza...