lunedì 3 settembre 2012

Disappear.

Il mondo è tornato a sorridermi e io a sorridere al sole.
Di conseguenza mi gratto una puntura di zanzara e godo.
Quella stronza non so come sia potuta entrare in camera, se la finestra è ferma da così tanto tempo. Ma non ha importanza perchè morirà col mio sangue troppo dolce, o troppo acido. Troppo amaro no, perchè il caffè lo prendo sempre con due bustine di zucchero, e non chiamatemi viziato, tra tutti i peccati ho scelto la golosità.
Ci vorrebbe una bella Poretti marcia per addormentarmi strano e svegliarmi la notte piangendo. Che poi chiamare la birra "Poretti" è proprio una cosa da stronzi, lo sanno tutti che c'è la Moretti. Io non vado a chiamare un cellulare "aiPhone", se esiste già l' "iPhone".
Poi dicono che non devi odiarli tutti, questi liberi professionisti.


Così verso un fiore sulla neve e rotolo giu' per le scale.

Stupido chi si crede davvero libero durante il giorno, mentre partecipa all'automatismo distruttivo. Chi non si accorge che il barlume di libertà di cui si gingilla e si profuma non sono altro che illusioni. Crediamo di poter scegliere.
Crediamo di poter scegliere tra la CocaCola e la Pepsi. Tra la pasta e gli spaghetti. Tra Sky o Premium. Tra la Juve o il Milan. E perchè no, anche l'inter!
Ecco, non mi riesco a godere le giostre. Ho avuto una visione allucinante quest'estate, mentre la gente saliva su quelle macchine, piene di luci stroboscopiche e musichette monotone. Entusiasmo frenetico di sedersi, allacciarsi le cinture: il robot parte e ti stringe. Ti porta alla velocità dell'estasi e ti intimidisce di divertirti.
Paghiamo per essere ingabbiati e divertirci
Su, giù, indietro. Grida! Immergiti nel fumo sintetico e aspira il suo sapore dolce, accompagnato dal suo profumo intenso e a tratti assuefante.
A volte le scelte sono state già fatte, quel che ti lasciano è l'illusione di una scelta, una condizione guidata e forzata. Oppure ribalta tutto e, guardando dall'alto, scegli al di fuori di ciò che ti propinano dalla TV, dal supermercato, dalla strada. Io ho scelto questo.


Pensare

Significa spezzare le catene e dare aria alle proprie passioni. Desiderio incessante di ogni generazione, dare sfogo alla propria creatività e alle correnti di pulsioni che scorrono dai piedi fino ai bulbi dei capelli. Una descrizione proprio ma proprio del cazzo, che però rende al massimo il significato di questo verbo.
Io granello gioioso in questo lago di petrolio acido penso all'incessante grandezza dell'area attorno a me, che paragonata poi all'area tutta, è una lacrima nell'oceano. 
E non chiedetevi perchè è salato il mare, la risposta è che siamo tristi, e in un modo o nell'altro le nostre lacrime finiscono nell'oceano. A far diventare salati i pesci. Per poi farci mangiare cibi salati che fanno alzare la pressione. E quindi passare il tempo a mangiare pillole. Insomma, è un istinto suicida.
Ma ignorando questi deliri psicopedagogico psicopatici, potrei abbondare sull'arte del pensare e su come l'uomo (come anche i gattini, o pseudopiantine) si sia estraniato il più possibile con il suo cranio, fino ad abbandonare percorsi mentali preconfezionati dalla CIM S.p.A per abbracciare un surrealismo futurista che tanto ha allietato i viventi del secolo scorso. 


L'ispirazione gioca a nostro favore

Ed è la notte che palpita dentro i miei occhi, a spingere queste lettere fuori da un disegno colorato che circonda uno spazio indefinito, collocato tra quello che ho da dire e quello che posso esprimere. Questa è notte così umida che frullando la testa a destra e a sinistra, a battiti dispari, si appiccica il cervello alle pareti della testa. Divertente, le meningi pulsano e sembra quasi che vogliano gonfiarmi il volto come un palloncino. Cinque, CINQUE litri di sangue che girano vorticosamente ad una pressione esplosiva: mi sento vivo. Mi sento incredibilmente vivo, ed ho visto l'arcobaleno lunare pochi attimi fa. Un miscuglio di tinte disperate che danzano intorno alla goccia bianca quasi-piena. Un maestoso abbraccio dalla natura per quei pochi che ancora non hanno chiuso occhio, e che forse ora hanno trovato il senso di questa magnifica notte.

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