Dopo aver fatto un giro tra i miei blog preferiti, e non trovando più nulla di accattivante, preso dalla sete contrastata dalla pigrizia di alzarsi a prendere l'acqua, HO DECISO DI SCRIVERE! Ebbenesì, un salto da ozio a schizofrenia creativa, da paranoia passiva a frenesia attiva, dal praticello docile alla tempesta marziana.
No, non sono sotto LSD.
Non ho voglia di parlare di me e mi sto gustando questi momenti di solitudine in cui sto pensando e non pensando. Non è che mi sto chiudendo in me stesso e non voglio più comunicare i miei pensieri, è solo che ho bisogno dei miei spazi e dei miei momenti. E ora è un momento di silenzio perché devo ascoltare.
Ascoltare dentro.
Ho capito (ricordato) che spesso poniamo domande sbagliate, e le domandiamo all'esterno di noi. Mi illudo di poter ricevere la risposta giusta quindi, e l'insoddisfazione è automatica. Ma ho davvero limiti io, che sono la manifestazione del cosmo in scala? Io che posso entrare nei segreti della natura, scalare montagne, uccidere gli dei, rigettare ogni pensiero e rimettermi in gioco?
Allora non è importante chiedere fuori quanto chiedere dentro. Vediamo la bellezza fuori quando è in noi (cit) e giriamo il mondo per osservare tutto e ci dimentichiamo di guardarci dentro (cit).
Grazie a te per avermelo ricordato.
Questa notte sembra così lunga e pensando (ehi, un gerundio!), vorrei strappare al cervello un ultimo barlume di scherzo. Ma non voglio scrivere più, voglio ascoltarmi ancora...
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