venerdì 16 marzo 2012

Perchè improvvisare è un arte.

Che poi è anche notte e non mi va di pensarci. E la tv ha il volume troppo alto ma sono troppo pigro per alzarmi a chiedere di abbassare.
Quindi ritroviamo ancora, io e te, coscienza.
Il momento delle riflessioni pesanti è quel lasso di tempo che va da quando vuoi dormire a quando riesci. Magari dieci minuti, trenta, un'ora, due. Magari tutta la notte e ti alzi rincoglionito dal letto consapevole che sarà una giornata di merda probabilmente.
Another fucking day, lessi un giorno su un biscottino. Tanto non era mio e non me ne frega niente.
Sabato, ah! Dopo il tramonto c'è sempre l'alba. Sempre. Perche niente impedisce al sole di continuare a sorgere (e fregancazzo che è la terra a girarci intorno). Una bella giornata tranne per il compito di chimica per il quale ci sono lots of arretrati, ma è così che deve andare. Che tanto poi sarà una serata probabilmente lucida. Probabilmente.
Improvvisare è un arte, e prima lo capisci, prima ti diverti.
SIAMO QUELLO CHE FACCIAMO.

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